Il Pitti Immagine ha registrato segnali di ripresa importanti per tutto il comparto moda. I numeri confermano quanto preannunciato: i dati di affluenza dei compratori sono straordinariamente incoraggianti, – affermava con entusiasmo Raffaello Napoleone durante la prima settimana, amministratore delegato di Pitti Immagine – persino migliori di quanto speravamo in cuor nostro. Di questo passo sono convinto che arriveremo intorno alle 11mila presenze, con una percentuale estera superiore al 40%.
La qualità è alta, ci sono i migliori, motivati e intenzionati a far tornare i clienti nei loro negozi
Lo scorso giugno avevamo appena riaperto, con 300 coraggiosi espositori…mentre adesso in Fortezza ci sono quasi settecento collezioni e con i dati di oggi alle 12, siamo già a 9.000 presenze di buyers, di cui 3.500 da una settantina di paesi esteri. Naturalmente sono variazioni percentuali – continuava Napoleone che con la sua squadra ha fatto di tutto per arrivare a questo traguardo – che devono tenere conto del dato di partenza ma, rispetto all’edizione estiva del 2021, i compratori italiani sono aumentati del 125%, quelli stranieri del 340%. E non è soltanto una questione di numeri: la qualità è alta, ci sono i migliori, motivati e intenzionati a far tornare i clienti nei loro negozi e department stores”.
Le notizie economiche lasciano intraprendere un cauto ottimismo per il settore, ed è ciò che più per aziende. Le aspettative hanno confermato le buone sensazioni della vigilia dopo le due precedenti stagioni di “test” in piena pandemia (i ristrettissimi appuntamenti di giugno 2021 e gennaio di quest’anno). Le aziende espositrici per il Pitti Uomo sono 682 e il numero dei buyer si andrà attestando a 10.000. “Sono cifre che raddoppiano quelle della scorsa edizione, un bilancio molto positivo per quello che significa in termini di ripresa del mercato”.
Non esiste una formula digitale che possa sostituire le relazioni della fiera
“I marchi che hanno deciso di scommettere ancora sulla fiera sono quelli che hanno faticato a rimanere in questi anni molto difficili per il settore. A gennaio e febbraio, anche l’export della moda italiana è aumentato tra l’8 e l’11% nel mondo, Cina inclusa. E si nota un notevole interesse da parte dei buyer dei mercati emergenti come Sud Africa e America Latina”. Continua il dirigente, che insiste sull’importanza di preservare in prima persona la manifestazione fiorentina: “Non esiste una formula digitale che possa sostituire le relazioni, lo scambio di conoscenza, energia ed emozione del contatto fisico”.
Questi invece i numeri per l’edizione estiva 2022 di Pitti Bimbo appena conclusasi: circa 2.100 compratori, di cui 850 dall’estero in rappresentanza di oltre 50 paesi.
I 15 mercati esteri più presenti a Pitti Bimbo 95: Turchia, Regno Unito, Spagna, Belgio, Polonia, Grecia, Olanda, Germania, Emirati Arabi, Corea del Sud, Francia, Stati Uniti, Bulgaria, Arabia Saudita, Russia.
Infine, è partito ieri il Pitti Filati 91 al quale parteciperanno 114 marchi di cui 18 provenienti dall’estero (Regno Unito, Giappone, Turchia, Romania, Perù, Cina – Hong Kong, Irlanda, South Africa, Nuova Zelanda) a presentare le collezioni di filati per maglieria per il prossimo autunno/inverno 2023-2024.
Tornano a crescere le vendite estere di filati lanieri cardati e pettinati, rispettivamente del +28,3% e il +22,9%, mentre per i filati misti chimico/lana si registra un incremento pari al +16,5%. I filati cotonieri sperimentano un aumento delle vendite oltreconfine pari al +41,5%, i filati linieri registrano, infine, una dinamica del +23,7%. I dati sono stati diffusi ieri da Sistema Moda Italia alla vigilia di Pitti Filati 91, dal 29 giugno al 1 luglio alla Fortezza da Basso di Firenze.