Confindustria moda conferma una interessante ripresa per il settore. La federazione italiana che riunisce le associazioni del tessile, moda e accessorio, fornisce dei dati positivi per il primo trimestre del 2022, che ha sottolineato un trend di crescita del +14% rispetto allo stesso periodo del 2021. In questo arco temporale, inoltre, il ricorso alla cassa integrazione è sceso al 25% per le aziende. “Siamo in una fase di ripartenza molto delicata. Le nostre imprese si avvicinano ai livelli del 2019 e tornano a creare posti di lavoro nel Paese, ma il balzo dei costi di materie prime ed energia rischia di essere grave minaccia specialmente per le aziende più energivore a monte della filiera”, ha commentato il presidente di Confindustria moda Cirillo Marcolin.
Ripresa confermata ma la crisi energetica incombe
A gravare su tutto il settore è infatti il forte aumento dei costi di materie prime e soprattutto dell’energia. A gravare su tutto il settore è il forte aumento dei costi di materie prime ed energia. L’impatto di questi ultimi rincari sta influendo pesantemente sul comparto e sulle sue realtà imprenditoriali, che sono per la maggior parte di piccole dimensioni. Per 8 aziende su 10, infatti, l’aumento dei costi delle materie prime rischia di essere una minaccia concreta alla ripresa. Allo stesso modo, 7 aziende su 10 evidenziano che il balzo del prezzo dell’energia avrà ricadute molto pesanti sulla ripartenza.
Torna a crescere la quota di aziende che ipotizzano una crescita del proprio organico nel corso del 2022. Se le aziende che stimano un organico invariato sono il 62%, è presente un 23% di aziende del settore che punta a nuove assunzioni durante l’anno. Non manca tuttavia una quota di aziende che registra forti difficoltà, con un 18% che ipotizza riduzioni del personale.
Sono dati incoraggianti che creano una forte speranza a tutto il comparto moda, sicuramente uno dei più colpiti dalla crisi energetica delle ultime settimane.
Source: La Repubblica Finanza